Situata su un poggio con un’imperdibile vista sul Mendrisiotto. Davanti all’edificio c’è uno spiazzo pianeggiante con i resti dell’alberatura (carpini e roveri) che originariamente dovevano formare la corona a forma rettangolare necessaria per attirare e poi catturare gli uccelli.
Indirizzo
Via Obino 30, 6874 Castel San Pietro
1.Storia
Quello che a Castel S. Pietro si chiama “ul rocul dal Maggi” è una bressanella. Giovan Battista Maggi (1765-1835) “di famiglia molto ricca la quale oltre a una vistosa sostanza in patria, possedeva importanti tenute in Piemonte e nel Genovese, fu membro del grande e piccolo Consiglio” (Respini-Tartini – Storia politica del Canton Ticino – Locarno 1904).
A cent’anni dalla proibizione, la bressanella del Maggi si presenta ancora in relativo buono stato, come si vede anche dalla fotografia, mentre il disegno ne moltra l’interno con focolare, fornello a carbonella e armadio, tutto il confort possibile a quei tempi in un luogo fuori mano.
Giovanni Bianconi, Roccoli del Ticino, Ed. Armando Dadò
2.Architettura
Mentre il roccolo ha terreno circolare e casello alto, dominante su monti e colline, la bressanella (da Brescia) si trova generalmente su terreno pianeggiante o in pianura. Ha casello basso composto magari solo da assi o da frasche e terreno che può essere ovale, circolare, ma di solito è quadrato di circa quaranta metri di lato, piantato sul perimetro a galleria, diviso in quattro parti da due gallerie perpendicolari sulla metà dei lati. Gli alberi sono càrpini di 4-5 metri di altezza con impalcature orizzontali di rami ai quali si appendono le reti.
Giovanni Bianconi, Roccoli del Ticino, Ed. Armando Dadò
3.Arte
Particolarità della struttura sono le quattro pareti interne intonacate e decorate, su cui sono ancora visibili tracce di elementi pittorici: sono rappresentati gli stemmi dei Cantoni svizzeri (solo in parte leggibili) e dei motivi floreali stilizzati, che si cercherà di ricuperare almeno in parte. L’autore è probabilmente Maggi S., così come scrittto sull’architrave della porta. Nel “Ruolo della popolazione” redatto attorno alla metà dell’Ottocento, l’unico rappresentante della famiglia Maggi con queste iniziali è Santino, figlio di Giuseppe. Anche il nonno, papà di Giuseppe, defunto nel 1854, aveva però lo stesso nome. L’epoca esatta e l’autore della costruzione restano pertanto ancora avvolti nel mistero.
Castelloinforma Nr. 16 – Giorgio Cereghetti
4.Curiosità
Al contrario del roccolo, la bressanella era dotata di un filo di ferro teso lungo il terreno, al quale erano appesi stracci, campanelli o lattine. L’uccellatore muoveva questo filo, il cui rumore faceva scappare gli uccelli contro le reti nascoste fra alberi e siepi disposti a rettangolo o, meno frequentemente, in forma ovale.
Attualmente la struttura è molto degradata e il Municipio si è occupato della sua messa in sicurezza, prima di procedere al suo ricupero.
Castelloinforma Nr. 16 – Giorgio Cereghetti
5.Sapevate che?
La legge federale sulla caccia e la protezione degli uccelli (1875) che proibì nel nostro cantone l’uso dei roccoli, delle bressanelle, dei richiami, dei piantoni invischiati ecc., portò un duro colpo a quei ticinesi che si dedicavano con tanta passione a questo genere di caccia. …. Ma a quei tempi i gendarmi erano pochi, i mezzi di comunicazione scarsi e lenti: inoltre i roccoli lontani dall’abitato e raggiungibili solo per sentieri spesso disagevoli. Tutto ciò permise ai più appassionati di continuare questo genere di caccia per qualche tempo ancora dopo il veto federale.
Giovanni Bianconi, Roccoli del Ticino, Ed. Armando Dadò