La chiesa si trova nella parte a valle del nucleo di case del paese. A fianco della chiesa si trova la vecchia canonica, ora trasformata dalla Parrocchia in appartamenti d’affitto, mentre davanti, separata da un sagrato lastricato, si trova l’ossario di un tempo. Proprio lo spazio davanti alla chiesa rappresenta un importante luogo di ritrovo per le manifestazioni ricreative organizzate in paese.

Indirizzo

6875 Monte

1.Storia

La chiesa di Sant’Antonio Abate risale al XVI secolo, o forse prima, come testimonia il documento di una visita del 1582 che la riteneva veramente in cattivo stato (Giuseppe Martinola, Inventario d’arte del Mendrisiotto, pag. 343.). Gli ampliamenti e rifacimenti eseguiti fino al XIX secolo l’hanno completamente modificata, come ad esempio con la “nova” sagrestia iniziata nel 1711 e terminata l’anno seguente con l’aggiunta anche di una cantina sotto e nel 1717 del porticato esterno tuttora esistente.
Gli ampliamenti del presbiterio ebbero inizio nel 1769 e si conclusero nel 1774, così da permettere al vescovo Muggiasca di consacrare la chiesa il 29 settembre, e nel 1826 ( data dipinta sull’arco trionfale) che riguardarono perlomeno il coro su progetto di Luigi Fontana di Muggio.
La cappella della Madonna del Rosario è risalente alla metà del XVII secolo e si deve all’omonima Confraternita della quale si ha una prima notizia nel 1633. E’ del 1679 la balaustra in marmo d’Arzo fornita da Giorgio Aglio di Arzo, e simile a quella del presbiterio e della Cappella del Crocifisso, provvisti ancora dei suoi cancelli originali in ferro battuto.
La Cappella del Crocifisso fu realizzata nel 1681 grazie ai lasciti di benefattori locali, tra cui quello ingente di Santino Bossi di Monte, ingegnere a Praga. La Cappella fu realizzata dal capomastro Pietro Francesco Bossi di Monte il quale ricevette l’ultimo pagamento nel 1684.
Il restauro del 1972 ha poi eliminato alcuni elementi pregevoli, come la balaustra di marmo di Arzo e il cancello di ferro battuto del 1675.
In tutte le fasi storiche della sua costruzione fu molto importante il la voro e la collaborazione dei terrieri di Monte.

2.Architettura

Facciata a capanna. Il portale è in pietra di Saltrio del 1838 e si deve all’architetto Luigi Fontana di Muggio. Sopra si trova la finestra sagomata settecentesca (alla quale nel 1769 si poneva un “ramata di ferro filato”)
All’interno la navata leggermente rettangolare ha il pavimento antico di cotto e la volta a botte a tre campate.
Il presbiterio, introdotto dall’arco trionfale, racchiude un altare in marmo d’Arzo del 1753. Nei due ampliamenti importanti del 1700 e 1800 vi lavorarono Gerolamo Spinedi di Ligornetto per gli stucchi, Giacomo Oldelli di Meride per i marmi, mentre Luigi Folatalli di Monte dipinse la volta e la tazza del coro.

3.Arte

Sulle pareti della navata troviamo le tele del XVI secolo che rappresentano la Caduta di Gesù sotto la croce e Sant’Antonio, mentre sulla volta degli stucchi settecenteschi incorniciano il finestrone e le quattro finestre sui lati. A destra dell’ingresso abbiamo una fonte battesimale di sarizzo, probabilmente la medesima del 1582, un’acquasantiera in marmo d’Arzo del XVIII secolo e un ciborio ligneo fornito nel 1837 dal falegname Antonio Prada di Castello.
Nel presbiterio i due angeli cerofori di legno dorato, commissionati nel 1755 allo scultore Giovanni Albino Carabelli di Castello per ornamento al ciborio attuale, sono purtroppo spariti. Quasi scenografico e fantasioso è il grande tronetto rococò di legno decorato, acquistato d’occasione nel 1829 dal parroco Natale de Abbondio ad Alzate (Bergamo), poi restaurato e dorato, e ai suoi lati due angeli adoranti in legno.
Parzialmente nascosta dietro l’altare si trova la tela Crocifisso con la madre lugente del XVIII secolo. Nel coro furono murate due custodie di reliquie, una in marmo e l’altra , piccola (cm 25×41) e più interessante in legno del XVII secolo che custodiva, un tempo, una reliquia della Santa Croce.

La cappella della Madonna del Rosario è stuccata e dipinta. Gli stucchi sono di Giovanni Baruzzi di Caneggio
La Madonna di terracotta dipinta, alta cm 160, è una scultura seicentesca su piedestallo con testine di putti e sormontata da una raggera lignea dorata con colomba e putti, é inserita nella nicchia aperta nel 1680-1681. La mensa e il tabernacolo del 1786 sono circondati dai misteri dipinti su tavolette di rame.
La volta presenta tre riquadri di stucco con affreschi seicenteschi, rimaneggiati da ripuliture e rifacimenti nel 1773, che rappresentano L’adorazione dei Magi, San Domenico, La Madonna e l’Eterno Padre e la Nascita della Vergine.
Sopra la cornice dell’Arco trionfale vi sono due statuine a rilievo che rappresentano la Prudenza e la Fortezza e gli affreschi di S. Giuseppe e l’Angelo e La fuga in Egitto del seicento.

La Cappella del Crocifisso presenta stucchi di varie epoche ed autori. L’attuale tabernacolo cilindrico, in marmo d’Arzo realizzato da un Barbieri di Meride su disegno del 28 ottobre del 1838 dell’architetto Luigi Fontana di Muggio, ancora conservato nell’archivio comunale, sostituì nel 1840 quello in legno eseguito da Carlo Cometta di Campora nel 1748. Nella nicchia sopra la mensa è posto un crocifisso in legno del XVII secolo su un fondo dipinto che rappresenta il Monte Calvario.
Inventario d’arte del Mendrisiotto, Giuseppe Martinola
Castel San Pietro Storia e vita quotidiana, 7, Aggiornamento a cura di Marina e Valerio Ortelli.

Altre informazioni si possono trovare sul Bollettino storico della Svizzera italiana (BSSI) del 1968, di Giuseppe Martinola, Visite pastorali, pag 86 e, sempre di G. Martinola, in Notizie sulle chiese di Monte, 1971, BSSI, fasc. 4

Cappella di San Giuseppe
All’estremità del sagrato antistante la chiesa si trova l’attuale Cappella di San Giuseppe. Anticamente era un ossario settecentesco a pianta interna ottagonale con copertura in piode, progettato dal pittore locale Luigi Folatelli. Esternamente ha una pianta quadrata.
Finestrone quadrangolare con grata in ferro battuto originale, sormontato da uno stucco rappresentante la Morte. All’interno, sulla volta, si può vedere una medaglia di stucco con un angelo suonante la tromba del Giudizio.
Inventario d’arte del Mendrisiotto, Giuseppe Martinola

4.Curiosità

Su un lato della Parrocchiale era posta una panchina in sasso, sulla quale sostavano le donne dopo il lavoro in campagna, per “pusà un credo”, cioè riposare per il tempo necessario a recitare il Credo.

5.Sapevate che?

-Castel San Pietro, Storie e vita quotidiana, Giuseppina Ortelli Taroni,
Aggiornamento ottobre 2016 Marina e Valerio Ortelli
– Inventario d’arte del Mendrisiotto vol. 1, Giuseppe Martinola, Dipartimento delle pubbliche costruzioni del Cantone Ticino, edizioni dello Stato, 1975
– Bollettino storico della Svizzera Italiana (BSSI, 1971, G. Martinola, in Notizie sulle chiese di Monte, fasc. 4
Bollettino storico della Svizzera Italiana (BSSI) 1968 , Giuseppe Martinola, Visite pastorali, pag 86,