La chiesa sorse prima del 1270, quando fu menzionata per la prima volta. Nel 1599 all’edificio fu aggiunto il campanile, poi modificato nel XVIII secolo e dotato di cinque campane sette-ottocentesche (la mezzana, in fa, e la più piccola, in la bemolle, risalgono al 1789; il campanone, in re bemolle, e la mezzanella, in sol bemolle, risalgono al 1796; il mezzanone, in mi bemolle, risale al 1829) realizzate dalla fonderia Bizzozero di Varese. Nel 1626 la chiesa diventò sede di una parrocchia autonoma[2] e nel 1678 fu ricostruita su un progetto di Agostino Silva. Nel 1684, a lavori ultimati, fu riconsacrata. Un’ulteriore modifica ebbe luogo fra il 1756 e il 1759, quando Francesco Pozzi realizzò la facciata, il presbiterio e il coro. Nel 1832 fu sopraelevata la sagrestia. Nel 1912, infine, fu realizzata la statua di San Pietro apostolo entro la nicchia nel timpano del portale. Custodisce un organo edificato nel 1771 dalla celebre ditta italiana Serassi e rimaneggiato nel 1882 da Luigi Bernasconi.

Indirizzo

Via alla Chiesa

1.Storia

Si dice che la dedicazione sia da attribuire ai comaschi della Chiesa di Sant’Eusebio che possedevano beni a Castel San Pietro già nel 1200 d.c.. Altra voce parla invece della Cappella dei “Patarini” che avevano agganci con Vercelli deducendo l’ipotesi da alcune pitture rinvenute durante la costruzione dell’Oratorio sopra la sacristia, databili verso il 1390 d.c.  ricostruita nel 1678 su una precedente chiesa dal 1270 già rimaneggiata nel 1578, l’attuale parrocchiale è stata disegnata da Agostino Silva, salvo il coro, l’abside e la facciata che sono di Francesco Pozzi.

2.Architettura

Una delle più ricche creazioni del barocco ticinese. Documentata dal 1270; parrocchiale dal 1626. L’odierna chiesa, eretta a partire dal 1678 da Agostino Silva e consacrata nel 1684, ha il presbiterio, il coro e la facciata realizzati da Francesco Pozzi, 1756-59; campanile, 1599 (rialzato all’inizio del ‘700), a N e sagrestia (sopraelevata nel 1832) a S. Restauri 1912, 1973, 1983-85 (organo), 1994-95 (facciata). Facciata a due ordini con corpo centrale serrato da lesene binate e timpano spezzato; nel frontone interrotto del portale nicchia con statua di S. Pietro collocata nel 1912. Sontuoso interno dove paraste corinzie portanti il vigoroso cornicione scandiscono la navata con le quattro cappelle laterali e il coro in emiciclo. Sulla navata volta a botte lunettata con due riquadri contenenti le figure dei SS. Pietro e Paolo seguiti da Eusebio e Vittore, ante 1703, in stucchi di Antonio Carabelli, 1686-87.Guida d’arte della Svizzera Italiana – A cura della Società di storia dell’arte in Svizzera – Ed. Casagrande

Il campanile, esile rispetto alla chiesa, è ancora l’antico, costruito nel 1599. Nel 1614 si annotano vendite di terreni per l’erezione della torre campanaria (Arch. Maggi) che fu sopralzata dopo il 1705. Le campane attuali sono state fornite dalla ditta Bizzozzero di Varese.
Giuseppina Ortelli Taroni – Castel S. Pietro – Storia e vita quotidiana – Ed. della Società svizzera per le tradizioni popolari Basilea 1994

3.Arte

Nel coro architettura, stucchi e pittura si uniscono in un insieme particolarmente armonioso. Gli affreschi realizzati da Carlo Innocenzo Carloni con l’Ascensione di Gesù (volta) e gli Angeli in adorazione del SS. Sacramento (calotta absidale) sono incorniciati da coevi e ariosi stucchi rococò realizzati da F. Pozzi, 1756-59, che ricordano quelli della Germania meridionale. Si devono pure a C.I. Carloni le grandi tele sulle pareti laterali del presbiterio con il Battesimo di S. Eusebio e il Concilio di Milano, 1758-63. Altare maggiore in marmo con elegante tempiettio di Antonio Monzini, 1760; le testine di putti sopra la porticina del tabernacolo sono di Francesco Carabelli, 1783; l’ancona in stucco racchiude una pala con la Lapidazione di S. Eusebio, inizio XVIII sec. Balaustra policroma di Giacomo Pellegatta, 1765. Navata sin. Cappella di S. Antonio patavino, eretta nel 1748 e ornata entro il 1755: grazioso altare in stucco rococò con statua lignea del titolare di Giovanni Albino Carabelli, 1755; stucchi di F. Pozzi, 1748-55; paliotto in scagliola di Carlo Giuseppe Pancaldi, 1807; balaustra marmorea del 1752. Cappella del Crocifisso, eretta nel 1688: sopra l’altare in marmo, 1780 ca. notevole gruppo in stucco della Crocifissione affiancato dai SS. Fermo e Defendente di Giovanni Battista Barberini, 1689-90; il maestoso crocifisso ligneo barocco a grandezza naturale fu portato da Como nel 1689; i dipinti con la Flagellazione (des.) e l’Incoronazione di spine (sin.) sono di Domenico Pozzi, 1875, come pure la Samaritana al pozzo, 1776 (sopra il confessionale des.); gli affreschi della volta con l’Ascensione di Cristo e due profeti sono attr. a Pietro Bianchi detto il Bustino, 1689; balaustra marmorea del 1746. Navata des. Cappella delle Anime purganti, eretta nel 1722 e consacrata nel 1727: affreschi coevi con il Purgatorio (altare), l’Eterno (volta), la Morte di S. Giuseppe e la Decollazione del Battista (pareti laterali) in stucchi di Pietro Pozzi e Francesco Moresco, (1722-24; il paliotto in scagliola, già nella Chiesa Rossa, è attr. ai Pancaldi, metà XVIII sec.; balaustra marmorea del 1726. Cappella della Madonna, stuccata e dipinta entro il 1685: sontuoso altare in stucco con colonne tortili sormontato dalle statue dei profeti Davide e Salomone e affiancato dai SS. Gioacchino e Giuseppe attr. a A. Silva; al centro scultura lignea dell’Assunta attr. a Giovan Pietro Lironi, 1686; nella volta stuccata: affresco con l’Assunta; alle pareti laterali: tele con la Presentazione di Maria (sin.) e la Visitazione (des.), inizio XVIII sec. sovrastate da notevoli bassorilievi in stucco lunettati con la Fuga in Egitto e il Sogno di Giuseppe; balaustra marmorea del 1746 ca. In controfacciata: organo di Andrea Luigi e Giuseppe Serassi, 1771, ripreso dai fratelli Pietro e Lorenzo Bernasconi, 1882; cassa, cantoriae bussola di Giuseppe Albino Carabelli, 1767-71. In navata: Via Crucis, tardo XVIII sec., e pulpito ligneo di F. Pozzi con sculture di Giovanni A. Carabelli, 1755 ca. Sopra il confessionale sin. e sulla porta della sagrestia: dipinti di Angelo Pozzi con il Sacrificio di Isacco e quello di Jefte, 1785-86.
Guida d’arte della Svizzera Italiana – A cura della Società di storia dell’arte in Svizzera – Ed. Casagrande

Più in dettaglio:

Entrando da destra si ha la Cappella delle anime Purganti. Essa fu finita nel 1722. Vi lavorarono gli stuccatori Pietro Pozzi e Carlo Francesco Moresco di Somazzo. I profeti “Geremia” e “Isaia” negli spicchi dell’arco d’ingresso sono particolarmente vigorosi. La mensa ha il paliotto in scagliola del Pancaldi di Ascona, provenitente dalla chiesa di S. Pietro. Sull’altare si vede un pregevole reliquiario a urna in legno scolpito e dorato del XVIII sec. (un altro gemello è nella cappella di fronte).
L’affresco delle “Anime purganti”, menzionato nel 1748 e visibilmente restaurato, mostra solo nei due angeli della parte alta le belle qualità di pittore.
In una nicchia scavata nella parte superiore sta la “Madonna della Misericordia” di cartapesta, relitta della chiesa precedente.
Nella volta stuccata “l’Eterno Padre” affrescato, e nelle pareti laterali “La morte di S. Giuseppe” e “La decollazione del Battista”.
Gli ornati a stucco, sopra la portina cieca e quella che introduce all’organo, sono forse di Carlo Luca, molto vicini per il loro stile più tardo ai tondi delle stagioni presenti nel Ricovero Don Guanella.

Sempre a destra vi è la Cappella della Madonna Assunta. Essa risale al 1685/89 e presenta un altare di stucco di Agostino Silva con due colonne tortili marmorizzate, un’altra abilità dei nostri magistri. Le statue di stucco ai lati rappresentano “Davide e Salomone”.
In alto si vedono parecchi putti in posizione diverse, altra specializzazione del Pozzi, e ai lati un tendaggio di stucco frangiato. Sulle mensole laterali, statue in stucco del 1700 raffiguranti “S.Gioacchino” e “S.Giuseppe”.
Fra le migliori prove dell’arte dello stucco presenti in questa chiesa ecco le medaglie a bassorilievo con “L’Annuncio dell’Angelo a S. Giuseppe” e la “Fuga in Egitto” notevoli per la spontaneità del modellato e la vivacità narrativa.
I dipinti su tela “La Visitazione” e “La presentazione di Maria” di Angelo Pozzi sono dell’inizio del ‘700.

Entrando a sinistra si ha la Cappella di S. Antonio patavino. Questa fu finita nel 1748. Gli stucchi interni della cappella rivelano la bella mano di Francesco Pozzi. Negli specchi ovali “La temperanza” e la “Fortezza”.
Ancora un paliotto di scagliola, e la statua di S. Antonio, lignea, opera dello scultore Albino Carabelli, per la verità con forme energiche un po’ rozze.
Sulla volta “La gloria di S. Antonio”, affresco brillante di colori e sulle pareti lateriali vediamo tele della seconda metà del XVIII sec.: “S. Antonio orante” e “La predica ai pesci”, tutti in cornici stuccate. Notevole il putto che si libra nell’aria con effetto sorprendente nella luce dell’ovato della finestrella. Le sculture esterne sono meno valide e si attribuiscono ad altra mano.

Segue a sinistra la Cappella del Santo Crocifisso. Essa è molto scenografica per gli stucchi che attorniano il venerato simulacro di scuola spagnola, assai vigoroso e drammatico, che si fa risalire al XVI sec. Le figure in stucco, fortemente espressive, delle donne dolenti e di S. Giovanni e i due angioletti che si librano aerei sono opera di Giovan Battista Barberini di Laino (Val d’Intelvi), l’opera risale al 1689-1690 e si dice ispirata da un quadro di Guido Reni. Ai lati dell’altare si vedono due statue: “S. Defendente” e “S. Fermo”. All’esterno si notano due angeli di particolare bellezza.

Negli spicchi ecco “due Profeti” abilmente scorciati del “pittore Gio. Pietro T. di Como” che nello stesso anno (1689) affrescava anche la volta della cappella con “L’Ascensione” e gli ovati “L’amaro calice” e “La caduta”.
Sopra le portine laterali vediamo due tele di Domenico Pozzi (1785): “La Flagellazione” e “L’incoronazione di spine”. La prima riprende il “Notturno” dipinto a Cabbio; nella secona figura dello sgherro si dice ritratto di un compaesano.

Da segnalare che alcuni ex voto un tempo presenti nella cappella del Santo Crocifisso sono ora conservati nella casa parrocchiale.

Presbiterio e coro. La costruzione è del 1756-59, comtemporanea alla facciata. Il disegno è di Francesco Pozzi come pure gli stucchi. La balaustra barocca è del marmista Pellegatta di Viggiù (1765). I marmi usati, come si è detto, sono giallo, nero e rosso. L’altare di marmo di Antonio Monzini di Como (1759) è arricchito da tre testine di cherubini scolpite da Francesco Carabelli nel 1783. Molto espressive le testine marmoree di angeli ad ali alzate che decorano i modiglioni. La volta a botte, le pareti e il coro sono riccamente stuccati cob evidente derivazione dal rococò tedesco. Le cornici laterali fantasiose, a stucco, contengono i grandi quadri di Carlo Innocenzo Carloni di Scaria, esaltanti “Il Battesimo di papa Eusebio” e “Il concilio di Milano” (1759). Nel coro si vede la pala ad olio su tela della “Lapidazione di S. Eusebio”, opera del primo 700, con sullo sfondo un paesaggio di città. Secondo la dottoressa Amalia Perigozzi Pini, studiosa del Carloni, queste tele costituiscono una delle testimonianze più armoniche di tutte le produzioni per le belle e calde sfumature nei riflessi dei tessuti. Al centro della tazza, particolarmente bello, l’affresco dell’ “Adorazione dell’Eucarestia” e sulla volta del coro “L’Esaltazione della croce”, opere che qualche studioso attribuisce ancora al Carloni. L’ornato della medaglia è particolarmente elegante e ritorna al linguaggio dello stile italiano.Cappella Jemale (Oratorio dei confratelli). Sopraelevata nel 1832. Il simulacro della Madonna, “La vergine del Rosario” è del 1686. Giuseppina Ortelli Taroni – Castel S. Pietro – Storia e vita quotidiana – Ed. della Società svizzera per le tradizioni popolari Basilea 1994

4.Curiosità

Anticamente i morti venivano seppelliti in chiesa. Questa la disposizione dei sepolcreti: davanti all’altare del Santo Crocifisso famiglia Carabelli; fra l’altare del Santo Crocifisso e quello di S. Antonio: Magni, Pozzi, poi Prada e Petondi; davanti alla porta d’entrata, Fiandra; i preti venivano sepolti davanti all’altar maggiore; i confratelli davanti all’altare della Madonna; i bambini di fianco all’altare della Madonna. Oltre a questi esistevano sepolcri separati per le donne e per gli uomini fra gli altari di S. Antonio e delle Anime purganti, ed uno per i giustiziati e i forestieri.
Giuseppina Ortelli Taroni – Castel S. Pietro – Storia e vita quotidiana – Ed. della Società svizzera per le tradizioni popolari Basilea 1994

5.Bibliografia e Link Utili

Citazioni:

Castel San Pietro – Storia e vita quotidiana, Giuseppina Ortelli Taroni, Edizioni della Società svizzera per le tradizioni popolari, Basilea, 1994,Pag.151(2)Castel San Pietro – Storia e vita quotidiana, Giuseppina Ortelli Taroni, Edizioni della Società svizzera per le tradizioni popolari, Basilea, 1994,Pag.151(3)Castel San Pietro – Storia e vita quotidiana, Giuseppina Ortelli Taroni, Edizioni della Società svizzera per le tradizioni popolari, Basilea, 1994,Pag.151

Bibliografia utile:

Giovanni Sarinelli, La Diocesi di Lugano. Guida del clero, La Buona Stampa, Lugano 1931, 80-81.

Virgilio Gilardoni, Il Romanico. Catalogo dei monumenti nella Repubblica e Cantone del Ticino, La Vesconta, Casagrande S.A., Bellinzona 1967, 279.

Giuseppe Martinola, Inventario d’arte del Mendrisiotto, v. I, Edizioni dello Stato, Bellinzona 1975, 118-133.

Bernhard Anderes, Guida d’Arte della Svizzera Italiana, Edizioni Trelingue, Porza-Lugano 1980, 254, 372-376.

Giuseppina Ortelli Taroni, Castel San Pietro. Storia e vita quotidiana, Basilea 1994. AA.VV.

Le campane della chiesa parrocchiale di Castel San Pietro, numero speciale del Bollettino parrocchiale, Castel San Pietro 2005.

Vera Segre, Castel San Pietro, Società per la Storia dell’Arte Svizzera (SSAS), Berna 2006.

AA.VV., Guida d’arte della Svizzera italiana, Edizioni Casagrande, Bellinzona 2007, 474-479.

Mirko Moizi, Un’aggiunta al catalogo di Giovan Francesco Gaggini. Gli affreschi della cappella di Sant’Antonio nella chiesa di Sant’Eusebio a Castel San Pietro, in Arte&Storia, anno 8, numero 47, Edizioni Ticino Management, Lugano 2010.

I restauri della parrocchia di Sant’Eusebio
Link al sito ufficiale per il lavori di restauro della Parrocchiale di Sant’Eusebio

6.Sapevate che?

Nei pressi della chiesa, vicino al Municipio, la Masseria Cuntitt è lieta di ospitarvi per i vostri eventi o celebrazioni. Inoltre, l’enoteca e il ristorante potranno permettervi di sperimentare un viaggio gastronomico della nostra regione.