L’Oratorio si trova a Corteglia, frazione di Castel San Pietro, nome ufficializzato in italiano ma derivato da Curtéa o Curtéia. Nel 1270 “Cortilia de Castro Sancti Petri” (BSSI 26.147), letteralmente “cortiglia, piccole corti”. Natura e cultura nei nomi di luogo di Castel San Pietro e del Monte Generoso, Ottavio Lurati

Indirizzo

Via alle Corti 27

1.Storia

L’Oratorio, sembra costruito nel 1544, è già menzionato nel 1580. Inizialmente intitolato a San Nicola da Tolentino, assume l’altra dedicazione nel 1807 dopo l’acquisto da parte dei “celebri Silva” di una statuetta della Madonna Addolorata che la popolazione decise di avere come prima protettrice del luogo, senza comunque abbandonare San Nicola.
La costruzione è probabilmente sorta ampliando una precedente cappella di campagna, perché si accenna ad un antico dipinto murale, del quale nessuno però si ricorda.
La frazione è sempre stata molto legata ai “Servi di Maria”, i Serviti, frati di Mendrisio.
Nel corso dei secoli l’Oratorio è sempre stato definito, con orgoglio, “proprietà dei terrieri (proprietari di terre o stabili), padroni assoluti”, e non sono mancate le controversie con la Parrocchia di Castello, alla quale sono sottomessi solo spiritualmente. I terrieri sono proprietari dell’Oratorio e indipendenti finanziariamente.

Nel 1807 si eseguono dei lavori di restauro con il concorso di tutta la popolazione e si aggiunge un campanile, al posto di una specie di “camino campanario”, probabilmente a vela con una campana e dal 1817 con due campane, mentre il 10 settembre è fissata la solenne benedizione dell’Oratorio.
Nel 1906 si svolge il trasporto del simulacro della Beata Vergine, ma non della statua della BV Addolorata, ma di una statua in gesso della Madonna di Lourdes, sembra portata da Mendrisio da una donna del paese con una gerla.
Nel 1929 si svolgono i festeggiamenti per il nuovo campanile e per la benedizione delle tre nuove campane, lavori decisi nel 1919 e voluti dai terrieri di Corteglia. Il campanile venne innalzato di metri 2,50 rispetto al precedente.
Nel 1966 l’Oratorio viene riattato e ampliato, aggiungendo una nuova ala, modificando notevolmente la costruzione. Anche in questa occasione le famiglie di Corteglia contribuiscono ai costi di realizzazione.
BSSI 01.1990, Giuseppina Ortelli Taroni

2.Arte

All’interno si possono ammirare alcune tele del Settecento, S. Isidoro Agricola, S. Rocco, Santa Lucia, S. Apollonia, S. Antonio da Padova, un gruppo policromo della Pietà, mentre di altri dipinti del Bagutti (Due angeli col Sudario, Cristo risorto, La Vergine, una Crocefissione) non c’è più traccia. Scomparse, dopo l’ultima ristrutturazione, sono le scritte che “in breve” narravano la storia della chiesina.
Inventario d’arte del Mendrisiotto vol. 1, Giuseppe Martinola
La statuetta della Vergine Addolorata in cotto, “dei Silva”, è ancora presente in chiesa.
La vetrata moderna è di Edgardo Rattidi Vira Gambarogno, mentre il tabernacolo è di Gianluigi Giudici di Valmorea e raffigura “Il Sacrificio di Isacco”. L’affersco di San Nicola da Tolentino eseguito nel 1993 è di Alberto Bogani

3.Curiosità

La festa patronale si svolge in settembre ed è anche detta “Festa dei fichi”, per la concomitanza con la maturazione di questo frutto che a Corteglia abbondava. La festa attirava la gente dei dintorni per gustare i frutti offerti dalla famiglia amiche (ora procurati dal locale Gruppo ricreativo).
Un’altra celebrazione religiosa particolare si svolgeva il Lunedì di Pasqua e beneficiava di un’indulgenza particolare detta “il Perdono”. Solo in quella data gli sposi potevano celebrare le loro nozze nell’Oratorio, senza recarsi in Parrocchia.
In entrambe le festa si sparavano mortaretti, colpi di fucile e si accendevano fuochi d’artificio.

Nel 1817 la campana, sostituita con le due nuove, viene venduta alla parrocchia di Casima.

Nel 1818, momento di litigio fra i Cortegliesi e alcuni parrocchiani di Castello, quando questi ultimi volevano impedire l’arrivo dell’arcivescovo di Corinto, su iniziativa dei Padri Serviti di Mendrisio, per una nuova solenne consacrazione dell’altare e l’amministrazione della cresima.
BSSI 01.1990, Giuseppina Ortelli Taroni

4.Bibliografia e Link Utili

– Natura e cultura nei nomi di luogo di Castel San Pietro e del Monte Generoso, Ottavio Lurati
– Bollettino storico della Svizzera Italiana, BSSI 01.1993, Giuseppina Ortelli Taroni
– Archivio parrocchiale di Castel San Pietro
– Libro dei decreti e statuti 1491, Archivio Parrocchiale di Balerna
– Inventario d’arte del Mendrisiotto vol. 1, Giuseppe Martinola, edizioni dello Stato, 1975
– Giornale del Popolo 03.10.1929

5.Sapevate che?

Nel 1599 un ordine costante della curia vescovile era quello di “dipingere la facciata di rosso”.
Archivio parrocchiale di Castel San Pietro
Nel medesimo anno il colore rosso venne imposto anche alla chiesa di San Pietro (chiesa Rossa). Libro dei decreti e statuti 1491, Archivio Parrocchiale Balerna

Nel 1685 si considera la chiesina non più degna di essere dichiarata un edificio sacro. Ha porte degne di un ovile (“caula peccudum”) e, se non dovesse essere almeno imbiancata entro un mese, dovrebbe essere sconsacrata. BSSI 01.1990, Giuseppina Ortelli Taroni

Il 29 settembre 1929 la piccola frazione , tutta parata a festa, accoglieva una folla di migliaia di persone che, a memoria di uomo, non si è mai ivi veduta, per festeggiare gli importanti lavori di restauro al suo Oratorio, il suo nuovo campanile e le tre nuove campane. Giornale del Popolo 3,10,1929